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scaleimpossibili

Mentre nel mondo diventano realtà quelli che erano i sogni di poter viaggiare nello spazio, nell'Istituto penitenziario “Ugo Caridi “ di Catanzaro non si riesce a superare lo scoglio del " Tacchi e Suole "

Oramai è invalsa l’abitudine a non godere di agevolazione alcuna sotto un profilo strumental-logistico-lavorativo:

-          le docce nelle celle dei vecchi padiglioni dovevano essere realizzateentro 5 anni dall’emanazione del nuovo regolamento di esecuzione dell’ Ordinamento Penitenziario -DPR 230 del 30 giugno 2000- ma sono appena trascorsi solo 15 anni…………. ed ancora nulla è stato eseguito, con il personale di Polizia Penitenziaria impiegato a mò di cavalier servente del detenuto che desidera fruire, durante il giorno, del locale promiscuo adibito a doccia;

-          gli ascensori dei vecchi padiglioni - disposti su quattro piani - sono oramai inutilizzabili da anni,

-          gli ascensori della caserma agenti – disposta su 5 piani – sono solo un ricordo del tempo che fu;

-          solo parte degli uffici sono cablati per l’utilizzo delle informazioni comuni;

E fin qui tutto bene – ovviamente si fa per dire -, ma ciò che desta però preoccupazione è la circostanza che il nuovo padiglione, da poco inaugurato, stia seguendo repentinamente la sorte dei logori, vecchi e cadenti padiglioni.

Poco prima che aprisse erano stati rilevati in sequenza, problemi fognari, problemi di raccolta delle acque bianche, perdite di acqua nel padiglione ed ora, in brevissimo tempo, anche i due ascensori utilizzati rispettivamente dal personale medico infermieristico e dal personale di Polizia Penitenziaria il primo e dai detenuti per la distribuzione del vitto il secondo, non sono più funzionanti.

            Al di là del notevole disagio che il malfunzionamento sta generando e che richiederebbe un intervento immediato, da estendere poi anche agli altri edifici, ciò che provoca inquietudine è la certezza che poco si potrà fare poiché pare che la Ditta che ha effettuato i lavori abbia dichiarato il fallimento!!!!!!!!!

            Accanto a questi problemi altri ne sono nel frattempo sorti e che non potranno non avere un destino migliore:

  • allarmi antincendio che suonano in maniera estemporanea in luoghi chiusi e non frequentati;
  • malfunzionamento a intervallo delle telecamere;
  • allarme acustico che si attiva tutte le sere, dalle ore 22:00 alle ore 6:00 di mattina, presso la rotonda del 1° piano. Quest'ultimo problema rispetto agli altri però potrebbe essere risolto spostando il personale - da quello che pacificamente potrebbe essere definito luogo di tortura - alla rotonda del piano terra che controlla l'accesso diretto nel padiglione. Il personale che è stato impiegato presso il predetto settore ha avvertito problemi legati all'udito ma anche alle emissioni di onde prodotte da tutti gli strumenti incardinati nella medesima rotonda. Oramai è pacifico che il danno acustico non deriva solo da forti emissioni di rumori ma anche dall'esposizione prolungata nel tempo ad un livello di rumore notturno, che può ripercuotersi negativamente sulla salute, provocando alcuni danni all'udito, ma anche aumento della pressione sanguigna, incremento del rischio di infarto e persino disturbi mentali. Anche se va di moda, auspica di non dover ricorrere alla Corte Europea che è intervenuta con diverse sentenze in merito al riconoscimento del danno acustico. In attesa che il problema possa essere risolto ( un po' difficile per le premesse evidenziate) sotto tale profilo è opportuna l'immediata chiusura del citato posto di servizio nelle ore notturne con l'impiego del personale presso il piano terra.

Questo si richiede con forza alla Direzione alla quale sicuramente nulla vi è da imputare in merito alle disfunzioni, dando atto invece della diuturna volontà rivolta alla   rianimazione del degente – carcere -.

Si porgono distinti saluti lasciando ad altri l’amara riflessione sull’efficienza dell’edilizia penitenziaria .