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Questa Organizzazione Sindacale, nel riconoscere che in questo Istituto sia stato compiuto un salto di qualità sotto diversi profili, è comunque preoccupata per quanto viene riferito in merito all’applicazione dell’articolo 6 dell’accordo decentrato vigente e nello specifico si fa riferimento alla ripartizione dei turni notturni che, la sua limitazione per ragioni diverse, si riflette negativamente oltre che sulla qualità del lavoro degli addetti alle cariche fisse anche sulla sfera della libertà dei lavoratori cosiddetti turnisti.

Pare che siano state emanate disposizioni che in qualche modo derogano da quanto concordato tra le parti, ovvero:

nell’incipit il sopra citato articolo fissa il numero di notti mensili per ciascun ruolo – n. 4 – e da quanto si apprende sembra che le nuove “disposizioni unilaterali” prevedano l’intervento degli addetti alle cosiddette cariche fisse per non far superare tale tetto, anche in applicazione del concetto di media mensile contenuto nell’accordo quadro;

tuttavia la seconda parte, dell’articolo de quo, introduce una eccezione al tetto – n. massimo 6 notti - per due motivi differenti:

  1. per gravi ed indifferibili esigenze di servizio e quindi per via del potere autoritativo dell’Amministrazione;
  2. o su richiesta specifica del dipendente e dunque senza condizioni.

Quindi appare palese che a richiesta del dipendente possono essere effettuate n. 6 notti al mese ed in virtù di ciò non si comprende la limitazione che è intervenuta in tale materia.

Certo che non vi possano essere dubbi interpretativi rispetto a concetti così semplici e senza voler confutare il nuovo indirizzo sarebbe opportuno che, prima di imporre deroghe alquanto restrittive, si debbano convocare le OOSS in forza dello spirito bilaterale con cui l’accordo ha visto la luce, spiegando anche i motivi che avrebbero condotto a tale controversa esegesi.

Non è superfluo rappresentare che la maggior parte dei lavoratori sono pendolari – dunque non solo di altre regioni, ma della stessa Calabria, che si estende per quasi 300 km - e che la riduzione delle notti limiterebbe i contatti con le proprie famiglie, visto che in tal modo dovrebbero prolungare la permanenza nell’Istituto per diversi giorni.

Peraltro quando le circostanze estemporanee hanno richiesto l’apporto del personale impiegato negli Uffici, questi ultimi, non hanno mai fatto mancare la loro collaborazione.

Nondimeno da un calcolo approssimativo non servirebbe affatto l’apporto degli uffici per mitigare il tetto mensile che non verrebbe comunque superato.

Alla luce di quanto rappresentato auspica il ripristino immediato dell’accordo pattizio che risulta essere vulnerato e le cui conseguenze ricadono sfavorevolmente sui lavoratori.

Non appare superfluo ricordare che l’organizzazione del lavoro deve essere orientata sulla centralità della persona e all’efficienza dei procedimenti lavorativi e che il benessere del personale si raggiunge anche attraverso tali attenzioni.

Nell’attesa di vostra cortese-urgente determinazione porge distinti saluti.