VIBO VALENTIA, 23 mag. – “Nuova aggressione oggi pomeriggio al Carcere di Vibo Valentia, dove un detenuto già promotore di disordini presso la Casa Circondariale di Catanzaro, dopo essere uscito con la forza dalla propria cella del reparto accettazione, approfittando dell’apertura del cancello per permettere il passaggio di un altro recluso, si è impossessato di una bomboletta di gas per fornelli da campeggio e l’ha violentemente lanciata contro l’Agente del Corpo di polizia penitenziaria in servizio colpendolo alla testa. Per l’operatore si sono rese necessarie le cure del pronto soccorso cittadino, che ha prescritto cinque giorni di prognosi”.
Lo dichiara Francesca Bernardi, Segretaria Territoriale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“A Vibo Valentia si tratta della seconda aggressione a un appartenente alla Polizia penitenziaria in otto giorni, elemento che è evidentemente indice di tensioni, ma anche ulteriore certificazione dello sfacelo complessivo in cui versa il sistema penitenziario. Il tragico fenomeno delle aggressioni agli operatori, infatti, investe pressoché tutte le carceri del Paese e sono almeno tre al giorno quelle gravi, con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il Ministero della Giustizia e il Governo tutto che restano colpevolmente inermi rispetto al dilagare della violenza” – spiega Bernardi.
“In queste ore si parla dell’avanzamento dell’iter di un disegno di legge che mira alla realizzazione di ‘casette dell’amore’ proprio là dove imperversa la legge del più forte e la violenza più becera; di certo gli italiani meriterebbero un briciolo di maggiore coerenza da parte di chi li rappresenta in Parlamento e nelle istituzioni” – aggiunge la Segretaria della UILPA PP.
“Noi continuiamo a ripetere che vanno rivisti il modello detentivo e l’organizzazione complessiva delle carceri, va risolta la questione connessa ai detenuti affetti da patologie psichiche, è improcrastinabile l’adeguamento degli organici del Corpo, mancanti di 18mila unità livello nazionale e carenti anche a Vibo Valentia di un centinaio di operatori, è necessario implementare le tecnologie e gli equipaggiamenti. Contemporaneamente, dev’essere introdotta un’aggravante al reato di lesioni personali, quando recate alle donne e agli uomini della Polizia penitenziaria nell’esercizio delle loro funzioni. Inoltre, il Ministero della Giustizia dovrebbe costituirsi parte civile nei procedimenti a carico dei detenuti che aggrediscono gli operatori” – prosegue ancora Bernardi.
“L’aggressione di oggi ripropone peraltro il problema mai risolto dei fornelletti da campeggio in uso ai detenuti e della custodia delle bombolette di gas che li alimentano, tema su cui sarebbe altresì necessario un intervento a livello centrale, ma anche una migliore disciplina e gestione a livello periferico. Al poliziotto aggredito giungano la solidarietà e gli auguri di pronta guarigione di tutta la UILPA Polizia Penitenziaria” – conclude la sindacalista.