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Desta non poca preoccupazione quanto sta accadendo nei vari Istituti Penitenziari Calabresi in merito alle definizioni – rectius disfunzioni - delle contrattazioni decentrate. Queste ultime nascono da principi generali contenuti nell’accordo quadro , infatti dovevano essere sottoscritte secondo precisi vincoli contenuti in particolar modo nell’art. 3 dell’Accordo Quadro vigente e dell’art. 9 , e dopo aver approvato un Protocollo d’Intesa Regionale che avrebbe dovuto conferire uniformità nelle linee di indirizzo su tutto il territorio interessato .

  1. Tuttavia in alcuni Istituti – vedi il caso di Reggio Calabria e su cui si attendono interventi immediati -vengono addirittura modificate materie su cui non era prevista alcuna delega come il caso dell’art. 4 –sistema di partecipazione, informazione ed esame- che come è noto da quasi 15 anni non è prevista alcuna modifica in sede periferica “l’Amministrazione fornisce con congruo anticipo alle Organizzazioni Sindacali rappresentative sul piano nazionale tutte le informazioni e la documentazione inerente……… così come peraltro viene anche ulteriormente ribadita dal combinato disposto di cui agli artt. 25 e 26, comma 3, del DPR 164/2002 e dell’art. 2, comma 3, del Protocollo d’Intesa Regionale del 3 novembre 2004

Con molto imbarazzo deve rilevare che presso l’Istituto appena citato , nonostante questa OS avesse segnalato all’Autorità Dirigente e successivamente con nota del 4.11.19 ne portava a conoscenza anche codesto Provveditore , tale passaggio veniva modificato con una distinzione tra informazione preventiva e successiva mentre l’Accordo quadro , per la Polizia Penitenziaria prevede solo un’informazione preventiva.

 Quanto accaduto è sorprendente ed in qualche modo mette in discussione normative di rango superiore , sottoscritte da soggetti sovraordinati all’Autorità Dirigente, che di fatto vengono disconosciute.

Se passasse indenne tale palese violazione – che per certi versi definirla tale è anche abbondantemente eufemistica – si corre il rischio che i Direttori possano imporre, negli Istituti che dirigono, le loro personali Leggi.

Ad oggi non pare che Palmi sia un Istituto a Statuto Speciale.

  1. In altri Istituti quali quello di Crotone viene rinviata la definizione della contrattazione decentrata – seppur nella fase finale di un tavolo tecnico- per mirabolanti problemi emersi solo dopo che non ha avuto esito favorevole un documento proposto da una minoranza e dove non ha trovato adeguato spazio un documento alternativo proposto dalla maggioranze delle OOSS –UIL, Sappe, Cisl e Sinappe. Peraltro a distanza di qualche giorno quella che era una proposta di minoranza è diventata l’informazione preventiva della parte pubblica in cui invita le OOSS al confronto – giorno 16 dicembre 2019 -. In pratica vengono ribaltate le percentuali della rappresentatività a livello nazionale con una operazione faziosa e per molti versi illegittima. Ciò che preoccupa non è tanto la circostanza di aver dimostrato di non essere equidistante quanto decisamente parziale, ma soprattutto perché ha svuotato di significato regole elementari di rappresentatività .

 Pur non avendo alcun dubbio che tale discutibile comportamento non troverà alcuno sbocco , tuttavia provocherà inevitabili ritardi e conseguenti ripercussioni negative sulle legittime aspettative del Personale di Polizia Penitenziaria.

 Si auspica che anche su tale problematica intervenga e riporti la contrattazione nell’alveo della correttezza e del rispetto delle relazioni sindacali. 

  1. Presso il Nuovo Complesso Penitenziario di Vibo Valentia si è proceduto a dar vita a ciò che ancora era confusamente contenuto nella bozza del tavolo tecnico mentre era vigente la contrattazione decentrata che regolava la materia in modo differente. Peraltro, a posteriori, tale scelta non si può nemmeno spiegare con una applicazione de jure contendo della normativa in gestazione atteso che anche la contrattazione successivamente partorita non ha previsto l’erronea quanto capziosa movimentazione posta in essere precedentemente.

Su tale vicenda pende attualmente la Car adita da questa OS e su cui si auspica venga convocata in tempi brevi. 

E tuttavia ritiene che non possa essere questa la soluzione. 

La percorribilità della Commissione Arbitrale – ed anche della successiva Commissione di garanzia - dovrebbe essere l’estrema ratio in un sistema in cui il rispetto delle regole dovrebbe invece essere il verbo. E’ quand’anche avesse esito positivo per chi la richiede non potrebbe che essere comunque una sconfitta del diritto perché nel frattempo verrebbero calpestate le legittime aspettative dei lavoratori con provvedimenti che si configurano spesso come arbitrari. 

Sarebbe opportuno sotto tale profilo che il Provveditore si prodigasse anticipando le conseguenze inusitate della proposizione dei ricorsi e soprattutto valutasse apposito intervento volto a dare nuovo impulso, univocità, interpretando il ruolo di garante del diritto stesso.

Peraltro lo stesso Accordo Quadro prevede che il Provveditore Regionale, in relazione all'art. 16 del D.Lgs. n.165/2001, eserciterà tutte le proprie prerogative per l'effettiva concreta applicazione dell'Accordo Nazionale Quadro e non per le violazioni persino bizzarre apportate in alcuni Istituti. 

Voglia pertanto con celere urgenza intervenire sui casi segnalati – escluso il Nuovo Complesso di Vibo Valentia su cui la car già è stata attivata – e fare in modo che possa trovare ospitalità, negli Istituti sopra citati, la corretta applicazione del diritto nonché il ripristino di corrette relazioni.

 Le regole non possono e non devono mai assolutamente soggiacere alle mutevoli sensibilità degli interpreti . 

In attesa di urgente-cortese riscontro si porgono distinti saluti.