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Facendo seguito alla nota n. 044/20 del 27 u.s. di questa Organizzazione Sindacale, ancora priva di riscontro, si è costretti a ritornare sull’argomento.

Oltre a quanto già rappresentato, difatti, si è appreso che gli operatori di Polizia penitenziaria che, di volta in volta e spesso diversi, sostituiscono (?) di fatto quelli del comparto funzioni centrali ammessi allo smart working (?), presso le segreterie avrebbero accesso anche a fascicoli, informazioni e dati personali, anche sensibili, che pertanto – oltre a sfuggire alle regole sul trattamento – rischierebbero di divenire di dominio pubblico (tanto che, quegli uffici, sarebbero stati da qualcuno sarcasticamente rinominati “paleserie”).

Nel richiedere, pertanto, urgentissime notizie pure in relazione a quanto con la presente segnalato, si sollecita la S.V. a un’immediata rivisitazione della questione.

Per gli Uffici che leggono per conoscenza si allega la pregressa corrispondenza citata in premessa.

Nell’attesa, molti cordiali saluti. 

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