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        Signor Direttore, 

si fa seguito a precorsa corrispondenza sulle argomentazioni richiamate in epigrafe e che, seppur affrontate con distinte missive cronologicamente scandite dalla sequenza degli accadimenti, sono strettamente connesse fra loro.

         Si ribadisce, in premessa, che al di là della sana dialettica e del colore, l’attività di chi scrive è da sempre improntata alla costruzione, e non alla distruzione, sia nelle politiche sindacali sia rispetto ai rapporti di relazione e d’interlocuzione. Coerentemente, con riferimento alle note n. 7805 del 10 u.s. e nn. 7830 e 7847 dell’ 11 u.s. della S.V., ci si concentrerà soprattutto sulle “aperture” al confronto e all’apprezzamento del senso complessivo delle problematiche segnalate, focalizzando l’attenzione principalmente sulle visioni d’insieme che “uniscono” piuttosto che sulle particolarità che “dividono”.

         Con riferimento alla Sua cortese n. 7805 del 10 u.s., si tralasciano questioni arcinote ed afferenti alla dotazione organica della Casa Circondariale di Vibo Valentia (che secondo le piante organiche fissate dal DAP risulta in forte esubero nel ruolo degli Agenti e degli Assistenti uomini ed in eccedenza pure in totale) e alle vigenti direttive dipartimentali circa “i carichi di lavoro intesi come numero di turni lavorativi e compiti individuali”  e la pianificazione del servizio.

         Va detto, però, che non si è avuta affatto la percezione che la riunione del 22 gennaio u.s. fosse orientata a limitare al “minimo essenziale” il ricorso al lavoro straordinario. Nella bozza di nuova organizzazione richiamata dalla S.V. e consegnata alle OO.SS. a margine dell’incontro del 19 gennaio 2015 (ossia nell’allagato alla nota n. 19257 dell’11 giugno 2014 indirizzata dalla Direzione della CC di Vibo Valentia al PRAP di Catanzaro) è infatti chiaramente specificato: “Il sistema in analisi, ove nessuno intendesse recuperare le ore svolte in esubero, produrrà la messa in pagamento di circa 200 ore di straordinario mensile, in più rispetto a quello oggi programmato”. A pagamento o a recupero, dunque, quel modello organizzativo prevede la richiesta di ben 200 ore mensili (2.400 annue) aggiuntive di lavoro straordinario programmato (senza tener conto di quello c.d. “emergente”).

         Tuttavia, si coglie la rassicurazione circa l’intendimento di “procedere ad una generale riorganizzazione del lavoro” o, in alternativa, “di aprire il tavolo per la definizione delle modalità di ricorso al lavoro straordinario”.

         A riguardo alla Sua gentile e simpatica n. 7830 dell’ 11 u.s., volendo ricorrere ad un altro luogo comune, si può osservare che nell’Italia dei “processi del lunedì” e della “moviola” difficilmente si accettano i verdetti del campo ed ancor meno quelli della giustizia (sportiva e non). Basti pensare al conteggio degli scudetti vinti da Inter e Juventus.

         Per non parlare delle differenze di vedute all’interno della critica, della tifoseria, della società, della squadra e fra esse, nonché fra le stesse e l’ allenatore.

         Peraltro, nel caso di specie, non potendosi contare i goal segnati e quelli subiti ed essendo pressoché impossibile redigere una classifica con punti certi, occorre giocoforza rimettersi alle valutazioni di una giuria o, peggio, di un giudice monocratico il cui operato è sempre opinabile. Tanto più quando il giudizio riguarda sé stessi.

         In ogni caso, non appare superfluo sottolineare l’univocità d’intenti, a prescindere dalla diversità di vedute, fra le varie componenti di cui sopra, fatta la sola eccezione – forse – per la critica.

         Chiusa la metafora, rispetto alla programmazione e all’esposizione del servizio chi scrive ha ben presenti le prassi operative da tempo in uso presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia (tanto da averle ripetutamente denunciate anche con copiosa corrispondenza), ma nell’esercizio del proprio mandato non può e non intende rinunciare a produrre quanto nelle proprie possibilità affinché le disposizioni tendano sul piano formale ad essere coerenti con i contratti.

         Che la UILPA Polizia Penitenziaria anche in questa circostanza – come invero spessissimo accade – sia stata l’unica fra le OO.SS. a sollevare la questione, è evidentemente solo motivo di orgoglio e di forte vanto.

         Si prega nuovamente pertanto la S.V. di voler cortesemente rivedere l’ordine di servizio n. 30 del 29 febbraio 2016 affinché sia coerente con il dettato di cui all’art. 8, commi 6 e 7, dell’ANQ del 24 marzo 2004.

         In relazione, infine, alla Sua cortese n. 7847 dell’11 u.s., si precisa in via preliminare che quelli che la S.V. ha percepito come “pregiudizi”, in realtà, altro non è che la fiducia nell’attendibilità delle fonti, che anche in tale circostanza è stata confermata.

         Pur non avendo contezza diretta, per non averla letta, della disposizione di servizio n. 10 del 7 marzo 2016, questa Organizzazione Sindacale era certa dei suoi contenuti sostanziali. Ciononostante, per rispetto istituzionale, con la nota n. 024/16 del 9 u.s. ha utilizzato verbi coniugati al condizionale e formule dubitative per poi, in definitiva,  chiedere alla S.V. mere informazioni di dettaglio e la trasmissione di copia del documento.

         Nel merito, il dispositivo di cui si discute, pare derogare all’ordine di servizio n. 30 del 29 febbraio 2016 nella parte in cui stabilisce che – seppur temporaneamente – il responsabile dell’U.O. Matricola (appartenente al ruolo degli Ispettori) “continuerà a prestare servizio nel turno mattinale”.

         Quanto sopra, si ribadisce, sembra altresì contrastare con diversa normativa di legge, pattizia e regolamentare, soprattutto in considerazione del contestuale impiego nel coordinamento della Sorveglianza Generale, nei turni pomeridiani, serali, notturni e festivi, di operatori del ruolo degli Agenti e degli Assistenti che di fatto vengono impiegati in mansioni superiori, con tutto ciò che ne deriva in termini di responsabilità e d’impegno e senza contropartita economica. Non a caso la S.V. proprio a quest’ultimi si è rivolta, con richiesta dello stesso 7 marzo 2016, al fine di acquisire eventuale disponibilità in tal senso.

         Si confida, dunque, in un intervento omogeneizzante.

         Con viva cordialità,