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A distanza di 5 giorni dalla scoperta di un grosso focolaio covid , presso il più grande Istituto della Calabria, continua ad aumentare il numero dei contagiati tra la popolazione detenuta ed anche tra il personale di Polizia Penitenziaria.

Quanto sopra, già di per sé allarmante, sta destando particolare preoccupazione anche perché non sembra affrontato con proporzionate misure di profilassi e di contenimento utili a prevenire l’ulteriore espandersi del contagio.

In particolar modo si fa riferimento all’anomalo metodo di sottoposizione a tamponi per il personale di Polizia Penitenziaria – invio quotidiano di un contingente presso una tensostruttura dell’esercito- che ad oggi risulterebbe essere inferiore al 50%.

Con tale ritmo blando - sicuramente discutibile – appare probabile che si possa riuscire ad avere uno screening generale nei prossimi 5 giorni, con tutto ciò che ne deriva se gli ultimi risultassero positivi, rendendo vana questa operazione incomprensibile.

Continua a non comprendere il perché non sia stata utilizzata la tensostruttura della protezione civile presente nell’Istituto Penitenziario e non si sia proceduto in due giorni a sottoporre a tale misura preventiva tutti gli operatori penitenziari al pari di quanto avvenuto con la popolazione detenuta.

La lentezza – atavica – dell’Amministrazione ha fatto sì che alcuni appartenenti al Corpo si siano sottoposti privatamente a tampone molecolare con esito peraltro positivo.

Uno di questi ha appena terminato un corso – patenti – insieme ad altri appartenenti al Corpo di altri Istituti è forse il caso di far sottoporre a tampone tutti coloro i quali hanno frequentato tale corso al fine di evitare che per tale via si possano infettare altre persone?

Preoccupa la circostanza che nessuna unità di rinforzo sia pervenuta presso questo Istituto nonostante si contino una settantina (70) di assenze tra le fila della Polizia Penitenziaria e con i seri rischi legati alla sicurezza dell’Istituto.

Così come preoccupa che un reparto con 45 detenuti positivi sia lasciato nella totale gestione del personale di Polizia Penitenziaria – i cui compiti istituzionali sono altri – e non siano arrivati in supporto personale dell’ASP – infermieri ed oss -.

Forse su tale questione è il caso che venga sensibilizzato il Presidente facente funzioni della Regione Calabria nonché il Commissario ad acta della sanità?

Probabilmente sta sfuggendo a molti l’enorme numero di morti che tale epidemia ha causato, oppure quanto accaduto presso il Carcere di Carinola dove hanno perso la vita tre appartenenti al Corpo e dove sono poi arrivati rinforzi di personale e di personale ASP?

C’è una forte responsabilità morale , se non giuridica, a lasciare degli eroi silenziosi da soli a combattere una battaglia che in altre regioni si combatte diversamente.

Non è forse il caso di costituire una task-force che veda impegnata, oltre all’Amministrazione penitenziaria, anche l’ASP per la parte di competenza?

Bisogna attendere il dramma per intervenire?

Auspica un intervento tangibile in brevissimo tempo ed un cambio di strategia se si vuole evitare che si venga inevitabilmente travolti .

Distinti saluti.