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Questa O.S. nonostante l’impegno posto dalla Direzione per migliorare la qualità del lavoro presso tale Istituto, deve rilevare che ancora molti sono i problemi che devono essere risolti.

In questi giorni, probabilmente ancora non è stata trovata adeguata soluzione, si è riproposto il problema legato alla carenza idrica: la vicenda si ripresenta con una preoccupante ciclicità ed è legata al repentino svuotamento delle cisterne che servono i padiglioni e che di conseguenza per diverse ore della giornata fanno saltare l’erogazione dell’acqua anche al personale di Polizia Penitenziaria che alloggia nella cosiddetta caserma agenti.

Al fine di evitare che tale problematica si riverberi ogni anno sui lavoratori sarebbe opportuno che venisse realizzato - nell’immediato - un impianto autonomo presso gli alloggi della Polizia Penitenziaria, onde evitare che accanto ai numerosi problemi si aggiunga anche quello della carenza idrica.

Peraltro non si può nascondere che tale preoccupante contingenza si aggiunge ad altri problemi che stanno minando ancor di più le già precarie condizioni lavorative.

Viene rappresentato che lo spaccio agenti nel pomeriggio – tranne alcuni casi rari- sia costantemente chiuso. Indipendentemente dalla circostanza che un piano ferie debba pur essere garantito e che il personale venga impiegato anche in altri ambiti, non sarebbe assolutamente sbagliato se si dividesse tale locale garantendo al personale la possibilità di poterne fruire come zona di svago. Più volte questa O.S. aveva rappresentato che bisognava renderlo fruibile indipendentemente dalla circostanza se vi fosse il personale adibito a spaccio agenti, basta dividerlo creando una zona ricreativa con tavolo di biliardo, aria condizionata, sky tv, salottini, macchinette erogatrici di vivande. Basterebbe davvero poco.

Atteso che i mali non vengono mai da soli, a rendere ancora più difficile l’atmosfera è la precaria condizione della “mensa ordinaria di dis-servizio”. Oramai le lamentele hanno una cadenza quotidiana, sia per la qualità del vitto e sia per le condizioni igieniche. Se poi si aggiunge che alcune sere fa non sia stata erogata nemmeno l’acqua, allora la situazione assume rilievi preoccupanti. Forse è il caso che sotto tale profilo vengano attivate le misure necessarie per consentire ai lavoratori di fruire di adeguati pasti in un luogo salutare. Forse è anche opportuno che vengano acquistati ed installati, nel locale adibito a mensa agenti, dei climatizzatori funzionanti per garantire condizioni microclimatiche in linea con il Decreto Legislativo 81 del 2008 che attualmente non ci sono.

Viene riferito che in tale locale, sia di giorno che di sera le temperature siano proibitive.

In attesa che venga realizzata una confort zone presso lo spaccio agenti si potrebbe sopperire, previa installazione di adeguati condizionatori, attraverso l’utilizzo del locale mensa da lasciare sempre aperto.

Anche nei posti di servizio del personale addetto alla vigilanza ed osservazione nelle sezioni detentive non si registrano adeguate condizioni microclimatiche, sembra che siano stati acquistati dei nuovi ventilatori e che ad oggi non siano stati distribuiti in tali luoghi.

Sicuramente si è ben lungi da quel concetto di benessere che il personale meriterebbe.

L’auspicio è che in tempi brevissimi vengano poste in essere quelle misure che consentano di far fare quel salto di qualità in termini di vivibilità.

Per ultimo si rappresenta che gli attuali distributori automatici situati in più punti dell’Istituto, oltre a non essere adeguati e spesso vuoti, sembrano desueti e non in linea con le macchinette erogatrici installate in altre amministrazioni. Non si comprende cui prodest mantenere tale gestore che peraltro pratica prezzi superiori rispetto alle altre Forze di Polizia.

Sarebbe il caso che si valutassero altri fornitori, capaci di installare distributori automatici marcati CE e con prezzi che siano in linea con quelli praticati alle altre Forze dell’Ordine.

Rammenta sempre che in quel di Siano vive una vera e propria comunità che non merita di vivere del solo angusto ed asettico ambiente detentivo ma che necessiti di maggiori attenzioni.

Confida nella sensibilità, peraltro da tutti riconosciuta per tali situazioni, e porge distinti saluti sperando in un concreto e tangibile riscontro.