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dir nazUna richiesta ufficiale al ministro della Giustizia Paola Severino, affinché la Calabria possa finalmente vedersi assegnato un provveditore regionale per le carceri. Questo,per quanto riguarda la nostra regione, è quanto scaturito dalle riunioni della direzione nazionale di Uilpa Penitenziari, tenutesi a Lamezia Terme il nove e dieci aprile. Dagli incontri calabresi è emerso, infatti, il problema della mancanza di un dirigente, titolare del sistema carceri. Da tre anni, ormai, manca una figura al vertice dell’amministrazione penitenziaria. L’ultimo provveditore regionale è stato Paolino Maria Quattrone, morto suicida nell’estate del 2010 e sostituito da un succedersi di figure pro tempore, incapaci di trovare soluzioni o creare progetti, anche a medio

termine. Un disagio per tutto il sistema regionale, più volte sottolineato dal segretario nazionale, e coordinatore regionale, Gennarino De Fazio. Eugenio Sarno, segretario generale, parla di una «una terra di frontiera il cui sistema penitenziario è orfano, da oltre tre anni, di un Provveditore Regionale titolare. Noi riteniamo che i 12 istituti penitenziari presenti sul territorio regionale ed i 2.861 detenuti presenti (a fronte di una capienza regolamentare di 2.008) dovrebbero giovarsi di una guida stabile e certa, che possa produrre progettualità ad ampio respiro. Ancor più in previsione della riorganizzazione dei circuiti penitenziari regionali che prevede la trasformazione per molte carceri calabresi e l’apertura di un nuovo istituto, con conseguente aumento di circa 700 posti detentivi . Ed è evidente che il successo del progetto non può non passare anche attraverso un costante rapporto con le organizzazioni sindacali». Queste le ragioni alla base degli incontri calabresi. «Perché in Calabria? Come ribadito più volte – ha detto Sarno – la nostra è una presenza che vuole essere forte e critica allo stesso tempo, sia rispetto all’amministrazione (Dap) che al ministero della Giustizia che lasciano evedentemente scoperta una terra di frontiera. Parliamo di una regione che dal punto di vista dello spessore criminale non è seconda a nessuno, nella quale, anche nel recente passato, si sono registrati attentati al personale del corpo di polizia penitenziaria, evasioni rocambolesche e nemmeno questi eventi critici hanno indotto il ministro a nominare un dirigente generale da preporre al provveditorato. Al contrario noi riteniamo ve ne sia assoluto bisogno ». La Calabria ha bisogno di strategie e progettualità, soprattutto alla vigilia dell’attuazione del Piano carceri e di tutta una serie di trasformazioni che interesseranno le strutture pentenziarie regionali.

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