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Com’è noto, la Direzione generale del personale e della formazione del DAP nei giorni scorsi ha disposto l’assegnazione temporanea presso la Casa Circondariale di Catanzaro di circa 34 unità di Polizia penitenziaria individuate dalla vigente graduatoria definitiva per i trasferimenti per far fronte alle necessità conseguenti all’imminente apertura del nuovo padiglione in loco.

Successivamente, però, la S.V. ha ordinato di non dar luogo alla mobilità di coloro che, pur individuati dalla DGPF, prestano servizio presso le Case Circondariali di Reggio Calabria (“G. Panzera”), Locri, Palmi e Vibo Valentia se non rimpiazzati da altre unità provenienti da fuori regione.

In altre parole, pare che la S.V. abbia voluto affermare la necessità operativa di avere assegnato un congruo e reale contingente di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, al di là dell’evanescenza di un numero comprendente anche coloro che, pur in posizione utile in graduatoria, sono già assegnati ad altre sedi della Calabria anch’esse in grave penuria di organico.

Tale intento, naturalmente, non può che essere condiviso da questa Organizzazione Sindacale, non foss’altro perché mette di nuovo a nudo una fra le più paradossali contraddizioni dell’Amministrazione penitenziaria, la quale da un lato sostiene che in regione vi sia un esubero di operatori nel ruolo degli Agenti e degli Assistenti uomini di oltre 70 unità e dall’altro non può procedere all’apertura programmata di un padiglione (pur previsto nella formulazione delle piante organiche) se non dismettendo un’intera Casa Circondariale e disponendo cospicue integrazioni di risorse umane da fuori distretto.

Tuttavia, posto che pare che per alcune unità in forza ai sopra cennati istituti non si darà corso alla mobilità per come invece stabilita dalle più volte citate disposizioni della DGPF, non può essere sottaciuto che così operando si ledono quantomeno le legittime aspettative degli interessati che non solo subiscono una sperequazione di trattamento anche rispetto a coloro che sono collocati in posizione subordinata nella graduatoria da cui si è attinto, ma pagano pure e per due volte il prezzo ed il sacrificio di prestare servizio in penitenziari i cui organici risultano gravemente inadeguati.

A ciò va poi aggiunto che nelle ultime ore è pervenuta, sempre dalla DGPF, ulteriore disposizione di assegnazione temporanea presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria – Arghillà di altro operatore in servizio effettivo presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia.

A questo punto sarebbe profondamente iniquo e con ogni probabilità anche illegittimo se le esigenze operative della Casa Circondariale di Vibo Valentia, così come quelle di eventuali altre sedi interessate, trovassero una diversa valutazione ed un differente accoglimento in relazione agli appartenenti al Corpo provvisoriamente assegnati a Reggio Calabria – Arghillà rispetto a quelli temporaneamente destinati a Catanzaro.

Senza contare che sin dal 30 marzo 2012 un appartenente al ruolo degli Agenti e degli Assistenti effettivo presso la CC di Vibo Valentia continua ad essere ininterrottamente distaccato presso l’UEPE della stessa città ai sensi dell’art. 7, DPR n. 254/99. Assegnazione temporanea che, dopo la dislocazione della sede del medesimo UEPE proprio presso gli alloggi della Casa Circondariale, potrebbe ben definirsi “ex art. 7 metri”, pari alla distanza che separa l’ingresso del carcere da quello dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna.

Per quanto accennato, si prega la S.V. di voler assumere ogni provvedimento utile a contemperare le esigenze di servizio con gli interessi legittimi ed i diritti degli operatori, scongiurando anche qualsiasi ipotesi di disparità di trattamento.

Nell’attesa di un cortese cenno di riscontro, molti cordiali saluti.

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