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Solo da notizie ufficiose si è appreso che nei prossimi giorni si procederà alla messa in funzione (?) del nuovo istituto penitenziario di Arghillà – Reggio Calabria.

In particolare, pare che per il giorno 22 p.v. ne sia stata fissata la cerimonia di inaugurazione.

Nonostante la S.V., a margine della riunione del 4 giugno u.s., si sia formalmente impegnata a convocare preventivamente le Organizzazioni Sindacali, ad oggi nessun incontro è stato ancora fissato e nessuna

 

informazione è stata fornita in merito.

Per di più si è appena appreso che è stata disposta mobilità coatta per Arghillà, seppur provvisoria, nei confronti di operatori del comparto ministeri in servizio presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria “G. Panzera”, qualcuno dei quali pure assegnato temporaneamente, a domanda, in sede penitenziaria di altra provincia.

Ciò, evidentemente, in palese dispregio delle procedure di cui al comma 29, art. 1, decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito in legge 14 settembre 2011, n. 148.

Quanto sopra, inevitabilmente, determinerà pesanti ripercussioni sull’organizzazione della precitata Casa Circondariale di Reggio Calabria “G. Panzera” e sui carichi di lavoro degli operatori che vi rimarranno.

Ma quello che più non si comprende, non si concepisce e si stigmatizza è il voler intervenire su una materia di straordinaria delicatezza, quale appunto la mobilità, non solo senza alcuna informazione e confronto con i legittimi rappresentanti degli operatori, ma soprattutto a prescindere da qualsiasi consultazione di quest’ultimi.

Al di là delle prerogative e del potere organizzativo in capo all’Amministrazione, non è assolutamente comprensibile né tanto meno accettabile che si proceda d’imperio senza verificare preventivamente se fra gli operatori dei profili professionali interessati ve ne siano di disponibili ad una senz’altro più auspicabile mobilità a domanda, seppur temporanea.

Ancora peggio sarebbe se l’Amministrazione avesse acquisito la disponibilità all’assegnazione temporanea ad Arghillà di solo alcuni degli interessati, tanto da connotare la sua azione anche per parzialità manifesta.

A meno che il disegno complessivo che da mesi si persegue in Calabria non sottenda ostacolare il processo di profondo rinnovamento a cui invece l’Amministrazione centrale sembra avviata.

Nel sollecitare pertanto la convocazione delle Organizzazioni Sindacali rappresentative per un confronto complessivo in ordine alla messa in funzione del nuovo istituto penitenziario di Arghillà, si invita altresì la S.V. a fornire urgentissime e circostanziate informazioni in relazione a quanto accennato.

Nell’attesa, distinti saluti.