E’ diventata oramai una consuetudine dover assistere inermi  - nonostante l’impegno costante di pochi illuminati - alle stravaganti trovate lessicali dei mass media  nel  definire la Polizia Penitenziaria  con i nomignoli più disparati o riservargli metaforicamente posti di seconda fila.

Dispiace tuttavia che,  ancorché  a malincuore si  diventa  invisibili per i mass media,  lo si diventi  pure per la disattenzione di uffici interna corporis.

Nonostante si discuta di immagine del Corpo e si investa in strumenti per migliorare la comunicazione, accade purtroppo che presso il Prap della Calabria ,  che haimé  non pare essere uno dei migliori Provveditorati d’ Italia, si remi in senso contrario ed  anziché valorizzarne l’immagine, con le loro noncuranze  , la minano irrimediabilmente .

E’ accaduto infatti che in due distinte circostanze, gli uffici del Prap, con molta superficialità, non abbiano adempiuto correttamente a recapitare informazioni di un certo rilievo:

1)   Comunicazione in ritardo di utilizzo della  divisa estiva;

2)   Comunicazione in ritardo della Festa del 2 giugno;

nel primo caso pare che il Prap abbia ricevuto il fax relativo al cambio della divisa in data 15 maggio con decorrenza 29 maggio, mentre è stato trasmesso alla Casa Circondariale di Siano in data 30 maggio. Sicuramente non sarà grave,  ma vedere già dal 29 gli altri appartenenti alle Forze dell’Ordine che hanno fatto ingresso in Istituto, per motivi istituzionali, in divisa estiva nella data del 29 maggio di certo non ha arrecato pregio.

Più grave invece quanto accaduto con la celebrazione del  71° anniversario della Fondazione della Repubblica che si è tenuto nella Caserma Pepe di Catanzaro nella  giornata del 2 giugno: alla Polizia Penitenziaria è stata inibita la possibilità di effettuare le prove insieme alle altre forze dell’Ordine nella data del 31 maggio poiché il fax ricevuto dal Prap in data 29 maggio alle ore 8:55 è stato trasmesso al Penitenziario di Siano dopo le ore 10:30 del 31 maggio , purtroppo a prove concluse.

Sicuramente, solo  per merito degli appartenenti al Corpo che hanno preso parte alla Cerimonia, sia nella Compagnia d’Onore Interforze che hanno raggiunto il luogo  marciando e sia per coloro i quali hanno preso parte nel settore delle Rappresentanze,   se la Polizia Penitenziaria non ha sfigurato, nonostante non avesse potuto fare alcuna prova.

In entrambe le circostanze il ruolo del Provveditorato è stato evanescente ed  anziché dare  vigore ed impulso in direzione della valorizzazione della figura della Polizia Penitenziaria e della loro professionalità , ne ha invece messo in luce incolpevoli  limiti.

Va da sé che la percezione che gli altri appartenenti alle Forze dell’Ordine abbiano  della Polizia sia   un po’ negativa.

Anche questo aspetto mette in luce le inefficienze di un Provveditorato  incolore e poco incisivo.  Probabilmente dovrà selezionare meglio il personale che si occupa delle relazioni esterne, magari indicendo un interpello o altre procedure regolari…….di cui si sente da tempo la mancanza.