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 Oramai da tempo , la festa della Polizia Penitenziaria , è diventata una commemorazione in cui vengono tributati tanti elogi ma senza alcun segno tangibile che renda  realmente esigibili i diritti del personale .

Nonostante gli impegni assunti ad ogni latitudine e longitudine,  i leitmotiv  continuano  ad essere “ criticità, inadeguatezza delle strutture penitenziarie,  dei mezzi, carenza di personale, sacrifici continui , aggressioni, stress.

Di anno in anno matura sempre più la convinzione che non sia la festa della Polizia Penitenziaria  quanto piuttosto la festa alla polizia penitenziaria”

Così esordisce  il Segretario Regionale della UilPoliziaPenitenziaria della Calabria che  non ha remore nel definire drammatica la situazione che sta attraversando l’Istituto Penitenziario “Ugo Caridi “di Siano. 

Sempre più soli nel fronteggiare  le criticità, nel precitato Istituto –l’8 giugno che era dedicato alla Festa della Polizia Penitenziaria -  si è celebrata invece l’ennesima giornata drammatica in cui sono stati sospesi i congedi, chiusi tutti gli uffici per poter garantire la presenza dei detenuti nei Tribunali ed i piantonamenti dei detenuti di altri istituti che vengono oramai con frequenza ricoverati nella struttura di eccellenza di Germaneto.

Tutto ciò accade oramai quasi tutti i giorni da diversi mesi.

Quasi scientificamente l’Istituto più grande della Calabria è stato messo in ginocchio:

  1. È stato aperto il nuovo padiglione con l’invio di 70 unità quando ne erano previste 90 ;
  2. Poi è stato depauperato di ulteriori 17 unità -trasferiti  in altri istituti  - senza essere rimpiazzate e così facendo è stata minata irrimediabilmente la sicurezza, l’organizzazione del lavoro e i diritti del personale .

Bisognerebbe capire la  logica di questa  edilizia penitenziaria…………….. che puzza di fregatura. Al netto di altre riflessioni pare che la fregatura sia pure doppia. 

Ancora prosegue Paradiso: nel mentre si trasferiscono i detenuti pericolosi nel carcere di Catanzaro, macchiatisi del reato di evasione e mentre vengono attenzionati diversi detenuti per sospetto radicalismo islamico, si depotenzia il personale e dunque la sicurezza. 

Cosa ancor più grave per realizzare le docce nelle camere detentive, che il nuovo regolamento di esecuzione ne prevedeva la realizzazione nel 2000, si vorrebbero spostare i circa 270 detenuti del reparto alta sicurezza nel nuovo padiglione dove la situazione logistica non consente la separazione e dove addirittura favorirebbe la comunicazione tra i componenti delle diverse consorterie mafiose.

Il vero problema è che con una tale diversificata popolazione detenuta , la  pianta organica dell’Istituto di Catanzaro appare deficitaria ed a nulla è servito sacrificare l’Istituto di Lamezia Terme.

L’auspicio è che al di là delle frasi di comodo che vengono rivolte ad ogni anniversario della Festa del Corpo della Polizia Penitenziaria , ci possa essere un vero riconoscimento per l’impegno profuso e per la professionalità da sempre messa in campo.

Ad oggi questo riconoscimento non pare ci sia stato e la Polizia Penitenziaria è sempre più sola nel fronteggiare le situazioni di disagio.