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Impiccato2

         ”Ancora una prova di efficienza e di efficacia delle donne e degli uomini del Reparto di polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Vibo Valentia che dimostrano di riuscire a sopperire con il loro impegno ed instancabile sacrificio anche personale alle diffuse inefficienze dell’Amministrazione penitenziaria”.

            A dichiararlo è Gennarino De Fazio, Segretario Nazionale della UILPA Penitenziari, che spiega: “verso le 19.45 odierne un detenuto italiano che già l’altro ieri aveva inscenato una protesta ha tentato di impiccarsi

mediante l’utilizzo di una maglietta che ha legato alle inferriate della finestra della propria camera detentiva. Solo il tempestivo intervento degli uomini del Commissario Domenico Montauro e, successivamente, degli operatori sanitari che hanno prestato le cure del caso ha evitato il peggio”.

            “E così – continua De Fazio – è stata di nuovo la Polizia penitenziaria, che solo due settimane addietro sempre a Vibo Valentia aveva sventato un analogo tentativo di autosoppressione, a metterci una pezza scongiurando che il triste bollettino delle morti in carcere ormai arrivato a livelli esorbitanti dovesse essere aggiornato. E ciò nonostante a Vibo Valentia, come nel resto del Paese, vi sia un acclarato deficit organico a cui peraltro l’Amministrazione risponde non retribuendo parte del lavoro straordinario che gli operatori sono costretti a prestare e, per di più, non fornendo riscontri alle note che la UILPA Penitenziari scrive sul tema, disattendendo persino elementari regole di trasparenza e di informazione”.

            “È evidente che tutto ciò non potrà durare a lungo e che è necessario procedere senza ritrosie alla revisione dell’organizzazione penitenziaria calabrese pure dando pragmatica attuazione al nuovo corso dei circuiti penitenziari regionali differenziati lanciato dal Capo del DAP Giovanni Tamburino. Anche per questo – conclude il sindacalista – è necessario che si assegni in Calabria un provveditore regionale titolare, mancante da tre anni, come abbiamo chiesto appena l’altro ieri anche al neoministro Annamaria Cancellieri”.