Se non un "cortocircuito" non sapremmo come definire ciò che ha interessato l'Amministrazione penitenziaria regionale nei giorni scorsi.
Dapprima, difatti, è stato introdotto un software per la gestione del servizio della Polizia penitenziaria senza nessun confronto preventivo e nemmeno alcuna informazione alle Organizzazioni Sindacali calandolo sulla testa degli operatori.
Poi, quando la UIL – unica fra le OO.SS. – ha richiesto il necessario confronto ed ha argomentato che l'applicativo in questione presentava delle irregolarità sia sotto il profilo dell'esposizione del servizio programmato sia per quanto concerne i calcoli relativi al lavoro straordinario e ad alcune indennità, il PRAP si è limitato a rispondere, con una nota del Provveditore Vicario (leggila), che andava tutto bene.
Pochi giorni dopo però, per quanto si è appreso, il Provveditore regionale ha disposto la sospensione dell'utilizzo del software presso tutti gli Istituti penitenziari della Calabria in attesa di effettuare verifiche in relazione ad alcuni possibili (grossolani n.d.r.) errori di calcolo.
A questo punto, infierire, richiamare responsabilità, fare parallelismi con errori ben più veniali commessi da operatori e che pure danno luogo a procedimenti disciplinari sarebbe per noi troppo facile e dunque per nulla avvincente. Finanche inelegante. Più o meno come "sparare sulla Croce Rossa". Ci esimiamo pertanto dal farlo.
Ci auguriamo, solo, che anche questo possa far comprendere che il confronto con le Organizzazioni Sindacali – perfino quelle della Polizia penitenziaria(!) –, specie quando si possa usufruire gratuitamente di consulenza qualificata quale quella della UIL, può aiutare pure ad evitare di scrivere pagine che poi si vorrebbe poter appallottolare …